La recente sentenza della Prima Sezione Civile della Corte Suprema di Cassazione ha segnato un importante precedente nel campo delle separazioni coniugali e degli assegni di mantenimento. La decisione, emessa il 21 gennaio 2025 e pubblicata il 10 febbraio 2025, riguarda un caso di separazione, portando con sé implicazioni significative per le future controversie legali simili.
Il caso in questione ha avuto origine nel 2019, quando il marito ha impugnato la sentenza del Tribunale di Palmi, che aveva pronunciato la separazione personale dalla moglie. Il marito ha chiesto che la separazione fosse addebitata alla moglie, sostenendo che non vi fossero le condizioni per il riconoscimento dell’assegno di mantenimento a carico suo.
La moglie, da parte sua, ha sostenuto il contrario, richiedendo il rigetto dell’appello e il versamento diretto dell’assegno di mantenimento.
La Corte d’appello di Reggio Calabria, con sentenza del 31 ottobre 2023, ha accolto parzialmente l’appello del marito, rigettando la domanda di assegno di mantenimento in favore della moglie. La decisione si basava sul fatto che la moglie non aveva provato di aver cercato attivamente un lavoro, e che aveva rifiutato un’offerta di impiego senza giustificare tale rifiuto.
La moglie ha ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’appello non avesse tenuto conto della disparità economica tra i coniugi e delle difficoltà nel trovare un lavoro adeguato in Calabria. Tuttavia, la Suprema Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso, ribadendo che la capacità lavorativa e l’impegno nella ricerca di un impiego sono elementi determinanti per la concessione dell’assegno di mantenimento.
Questa sentenza della Suprema Corte di Cassazione ribadisce l’importanza dell’attitudine al lavoro come criterio valutabile ai fini della determinazione dell’assegno di mantenimento. In particolare, il richiedente deve dimostrare di essersi attivato inutilmente nella ricerca di un’occupazione confacente alle proprie attitudini professionali.
La decisione della Corte Suprema di Cassazione rappresenta un punto di svolta nelle controversie legali relative agli assegni di mantenimento in caso di separazione coniugale. Essa sottolinea l’importanza dell’autosufficienza economica e dell’impegno attivo nella ricerca di lavoro, fornendo un quadro chiaro per le future sentenze in materia.
La sentenza serve da monito per coloro che cercano il riconoscimento di un assegno di mantenimento senza aver adeguatamente dimostrato la propria incapacità di ottenere un impiego remunerativo.
Essa rafforza il principio che l’assegno di mantenimento non può estendersi a coprire ciò che il richiedente, con ordinaria diligenza, può procurarsi da solo