BERLUSCONI, NIENTE ASSEGNO A VERONICA

Pubblicato da il 28 novembre, 2017

Nessun assegno di mantenimento post divorzio per l’ex moglie di Silvio Berlusconi, Veronica Lario (al secolo Miriam Bartolini). Per il presente e per il futuro. Quanto al passato, dovrà restituire al leader di Forza Italia circa 45 milioni. A deciderlo è la sentenza della Quinta sezione della Corte d’appello di Milano n. 4793 depositata in data 16.11.2016.

Una vittoria su tutta la linea per la difesa Berlusconi che ha avuto il merito di avare azzeccato già in primo grado la linea fatta propria pochi mesi fa dalla Cassazione che ha ribaltato il precedente orientamento sull’individuazione dei presupposti per il riconoscimento dell’assegno di divorzio. Linea che si è rivelata decisiva anche, se non soprattutto, per quella parte della decisione che ha riguardato il passato e quindi sancito la restituzione di quanto in precedenza versato.

Così, in punta di diritto i giudici milanesi sottolineano che dopo le sentenze della Cassazione (nn. 11504 e 15481 del 2017) occorre verificare se la domanda dell’ex coniuge che chiede il riconoscimento dell’assegno soddisfa le condizioni di legge (mancanza di mezzi adeguati o comunque impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive). Ma, ed è questa la svolta, non con riguardo a un tenore di vita analogo a quello goduto in costanza di matrimonio, ma con esclusivo riferimento all’indipendenza o autosufficienza economica, da ricavare dal possesso di redditi di qualsiasi specie e/o di cespiti patrimoniali mobiliari e immobiliari, dalle capacità e possibilità effettive di lavoro personale, dalla stabile disponibilità di una casa di abitazione.

Considerazioni che, in punta di fatti, conducono la Corte d’appello a ritenere «che l’attuale condizione non solo di autosufficienza, ma di benessere economico della signora Bartolini, tale da consentirle un tenore di vita elevatissimo, comporti il venir meno del diritto a percepire un assegno divorzile, sia che si faccia riferimento al parametro dell’autosufficienza sia che si voglia considerare il parametro di un tenore di vita sul quale la signora Bartolini, che per scelta non ha mai svolto in costanza di matrimonio attività lavorativa, potesse comunque fare affidamento, quand’anche durante il matrimonio il tenore di vita fosse assolutamente al di fuori di ogni termine di paragone, per la condizione di ricchezza di Silvio Berlusconi».

Per i giudici infatti Veronica Lario può contare su un cospicuo patrimonio, oltretutto costituitole integralmente da Berlusconi nel corso di un matrimonio durato quasi 20 anni; ha la capacità di produrre reddito, sia per le ingenti somme di denaro che l’ex marito le ha corrisposto sia perché possiede numerosi beni immobili di notevole valore commerciale in qualità di socio unico della società immobiliare Il Poggio Srl, che ha un patrimonio complessivo di oltre 50 milioni di euro, come risulta dal bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015, e, attraverso questa società, della società Reality Corp di New York, proprietarie entrambe le società di cespiti in Italia, Stati Uniti e Inghilterra.

Inoltre, Lario ha la possibilità e capacità di investimento di parte delle somme ricevute dal marito, somme che la stessa Lario «ha quantificato in euro 104.418.000,00 lordi, come emerge dall’atto di precetto del 7.3.2017 notificato a Silvio Berlusconi, ritenendo l’appellata di essere ancora creditrice della somma di euro 26.050.220,715. Senza considerare il valore dei numerosissimi gioielli avuti in dono dal marito nel corso del matrimonio, che l’appellante ha valutato in decine di milioni di euro».